L’industria alimentare italiana è la seconda del Paese dopo la metalmeccanica, ma a livello di export, mentre la meccanica rappresenta la prima voce del nostro export con quasi il 26% del totale, il settore alimentare non va oltre il 5% del totale delle nostre esportazioni, nonostante venga riconosciuta come l’ambasciatrice del Made in Italy nel mondo. Questo a dimostrazione che, tolti alcuni grandi marchi italiani, la stragrande maggioranza delle aziende italiane del settore non esportano o esportano molto poco.
I prodotti del Made in Italy maggiormente esportati sono i vini e gli spumanti, la frutta fresca e secca, le preparazioni di ortaggi-legumi-frutta, la pasta, i formaggi e latticini.
I principali clienti italiani rientrano in larga misura tra quelli la cui domanda mostra la maggiore crescita: Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Svizzera, Spagna, Austria. Il prodotto italiano destinato a questi ultimi è circa il 60% del totale.
Principale problema nei mercati internazionali è il fenomeno del cd. “Italian sounding” (l’imitazione di prodotti alimentari italiani già esistenti o il richiamo all’Italia e all’italianità impropriamente attribuito a produzioni locali) il cui valore si aggira attorno ai 60 miliardi di euro/anno e che sottrae quote di mercato ai nostri prodotti oltre a creare in molti paesi una percezione errata, sia a livello di prodotto che di prezzo, dei prodotti italiani.
Altro problema è lo scarso uso di strategie di Marketing per approcciare i mercati esteri, per cui si cerca di “imporre” il nostro prodotto, senza tener conto delle peculiarità e bisogni dei consumatori locali, rendendo spesso difficoltoso l’inserimento dei nostri prodotti.
Secondo alcune società di ricerche di mercato ci saranno sei tendenze nel settore degli alimenti e bibite per il 2017 in Europa, Nord America, Australia e nord dell’Asia, eccole di seguito:
- Fiducia nella tradizione: i consumatori cercheranno nuove formulazioni, sapori e formati che richiamano l’artigianalità e le lavorazioni di un tempo.
- Aumento delle vendite di verdure, semi e frutta secca, che sono alimenti che vengono associati alla salute ed il benessere. Proseguirà la crescita dei consumatori con diete vegetariane, vegane o altre in cui questi prodotti sono molto usati.
- La sostenibilità e la riduzione degli sprechi sarà altro argomento chiave. Sempre più persone useranno ingredienti che fino a poco tempo fa venivano buttati. Lo stesso si dica per il packaging, si cercheranno contenitori più ecologici fino ad arrivare alla sua eliminazione o riuso.
- Tempistica: i consumatori cercano forme sempre più agili per poter avere prodotti freschi e nutrienti in modo personalizzato e veloce.
- “Turno di notte”: il ritmo della vita moderna sta creando un mercato di prodotti che aiutano le persone di qualsiasi età a rilassarsi prima di andare a dormire, favorendo il riposo.
- Le aziende del settore svilupperanno processi innovativi per consentire ai loro prodotti di essere più accessibili ai consumatori con minori redditi, in modo che possano avere una vita salutare.
A cura di Michele Lenoci - Docente NIBI