Da sempre l'Unione Europea ha adottato strumenti di sostegno alle imprese. Ma questi strumenti sono stati percepiti come irraggiungibili, difficili da gestire soprattutto per le nostre piccole e medie imprese.
Nel corso degli anni l'UE ha cercato di razionalizzare questi strumenti e di tararli sempre più sulle PMI. Un caso per tutti è il programma Cosme che sarà attivo fino al 2020. Tra i suoi obiettivi ha quello di fornire un migliore accesso ai finanziamenti per le PMI tramite: uno strumento di garanzia sui prestiti (per fornire garanzie e controgaranzie ad intermediari finanziari, come società di garanzia, banche e società di leasing); uno strumento di capitale di rischio (per fornire capitale di rischio a fondi di investimento, prevalentemente di venture capital, destinati principalmente a PMI che si trovano in fase di espansione e crescita). Inoltre Cosme aiuta le PMI a trovare partner commerciali e tecnologici, a comprendere la legislazione europea e ad accedere ai finanziamenti dell’UE grazie all’Enterprise Europe Network (una rete composta da più di 600 uffici in oltre 50 paesi), al portale «La tua Europa – Imprese» o il Portale per l’internazionalizzazione delle PMI. L’UE finanzia inoltre gli helpdesk per i diritti di proprietà intellettuale nelle regioni ASEAN, in Cina e nel Mercosur al fine di offrire consulenza e sostegno alle PMI europee che si trovano ad affrontare difficoltà in materia di proprietà intellettuale, norme o appalti pubblici in queste aree geografiche.
Tuttavia è importante definire quando un’impresa è una PMI. Le PMI si presentano in molte forme e dimensioni, tuttavia, nel complesso contesto imprenditoriale attuale, esse possono sviluppare stretti rapporti finanziari, operativi o di governance con altre imprese. Questi rapporti spesso rendono difficile distinguere una PMI da un’impresa più grande. La definizione di PMI è uno strumento pratico concepito per aiutare le PMI a identificarsi in modo da poter ricevere appieno il sostegno dell’Unione europea e dei suoi Stati membri.
Una prima regola è quella basata sui dipendenti e sul fatturato o bilancio. In base a questi criteri abbiamo le micro (imprese con meno di 10 occupati e che realizzano un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro); le piccole (imprese con meno di 50 occupati e che realizzano un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro) e le medie (imprese con meno di 250 occupati e che realizzano un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro).
Tuttavia l'UE opera una distinzione fra tre diverse categorie di imprese. Ciascuna categoria corrisponde a un tipo di rapporto che si può stabilire tra un’impresa e un’altra. Questa distinzione è necessaria per avere un’immagine realistica della situazione economica di un’impresa ed escludere quelle che non sono vere e proprie PMI. Le categorie sono le seguenti: impresa autonoma (se l’impresa è completamente indipendente o ha una o più partecipazioni di minoranza, ciascuna inferiore al 25 %, con altre imprese), impresa associata (se la partecipazione con altre imprese arriva almeno al 25 %, ma non supera il 50 %, si considera che il rapporto sia tra imprese associate) e impresa collegata (se la partecipazione con altre imprese supera il tetto del 50 %, le imprese sono considerate collegate). Pe esempio, per quanto riguarda le imprese associate, l’im¬presa in questione deve aggiungere ai suoi dati una proporzione del calcolo degli effettivi e degli elementi finanziari dell’impresa associata al momento di determinare la propria ammissibilità alla condizione di PMI. Questa proporzione riflet¬terà la percentuale di quote o di diritti di voto — quale dei due sia il più alto — che è detenuta. Per quanto riguarda le imprese collegate, invece, occorre aggiungere ai dati dell’impresa in questione il 100 % dei dati dell’impresa collegata per deter¬minare se essa rispetta le soglie di effettivi e le soglie finanziarie stabilite dalla definizione.
Per approfondire questi temi, e non solo, NIBI ha organizzato un corso che si svolgerà dal 16 al 18 marzo 2017. Per maggiori informazioni, visita la pagina dedicata.
A cura di Stefano Riela - Coordinatore Scientifico di NIBI